Recensione del libro “Il giocatore di scacchi. Una metafora per le relazioni interpersonali” di Francesco Colacicco
Con l’emergenza non fissi un appuntamento
Rivista “La notte stellata” n°1/ 2017 – RECENSIONI – pag 138-141
Recensione di “Nessuno escluso”
di Francesca Fidanza
Il 10 giugno scorso si è tenuto presso il Villaggio Globale, nel quartiere “Testaccio” di Roma, lo spettacolo “Roman Soul Fest Concert”, manifestazione musicale alla sua prima edizione.
La serata, patrocinata dall’Associazione Sottosopra, ha visto esibirsi diversi gruppi musicali formatisi nei dipartimenti di salute mentale, nei centri diurni, nelle comunità. Oltre a questi si sono esibiti gruppi musicali emergenti del territorio laziale.
Appena entro nella struttura la mia attenzione viene catturata da una grande scritta posta su una parete: “Villaggio Globale, Bene Pubblico Spazio di Tutti”, frase che sembra preannunciare quello che da lì a poche ore avrebbe avuto inizio.
La serata è presentata magistralmente da Simona Banchi, che sin da subito descrive con quale spirito sia nato il festival: provare ad abbattere lo stigma di cui sono spesso vittima i pazienti psichiatrici facendo ricorso ad uno strumento d’eccellenza come la musica.
Ad aprire la serata è la performance della Murga SinConTrullo, gruppo romano di ispirazione alla murga argentina. La murga è una tipologia di teatro di strada che coniuga musica, danza e recitazione. I ragazzi, quattro danzatori accompagnati da quattro musicisti, si esibiscono al di fuori del Villaggio Globale, nell’area esterna, sfilando per la Città dell’Altra Economia. I loro balli, la musica, i costumi ed i trucchi carnevaleschi catturano efficacemente l’attenzione di tutti, sia di quelli venuti per il festival sia dei passanti, promuovendo un clima di festa, effervescente e scanzonato.
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