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GMC- Genogramma Mobile per Coppie: un nuovo strumento per la terapia di coppia
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Rivista “La notte stellata” n°1/ 2017 – 2+2 NON FA 4 – pag 92-105 

Così come alloro

di  Patrizia Costante [*]


La terapia, a volte, può essere avvicinata ad una vera e propria “metamorfosi”. Ovidio, che più di tutti ha cantato di cambiamenti, ci insegna che la trasformazione segue il principio dell’analogia: c’è una corrispondenza tra la vecchia e la nuova forma tale che il cambiamento mantiene intatta l’identità originaria di ciò che muta.
La terapia diventa momento di ricostruzione e co-costruzione di racconti: trasforma il passato e sostiene il presente per cominciare a costruire il futuro.
Questa è la storia di un evento “funesto”, di un dolore, in cui la protagonista all’inizio del lavoro terapeutico non ha parole per raccontarsi, che si trasforma pian piano in una “buona nuova” in cui favole e personaggi prendono vita dando senso ad un mondo interiore rimasto in silenzio per tanto tempo. Come un Io narrante fuori scena, la protagonista, svela pian piano la sua appartenenza, il suo legame con le radici, dove scene di tenerezza si alternano velocemente, in un tempo quasi sospeso, a scene di maltrattamento.
La trasformazione crea nessi e corrispondenze tra ciò che succede nella protagonista e ciò che succede nella terapia e nel mondo che la circonda: il cambiamento dell’una necessita e determina il cambiamento dell’altro, una melodia a più mani che se sorde l’una verso l’altra lasciano udire solo disarmonie vibranti.

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Therapy, at times, can be approached to a true “metamorphosis”. Ovidio, who most of all has sang of changes, teaches us that transformation follows the principle of analogy: there is a correspondence between the old and the new form such that change keeps the original identity of what is altered intact.
Therapy becomes a time of reconstruction and co-construction of stories: it transforms the past and supports the present to begin building the future.
This is the story of a “nasty” event of pain in which the protagonist at the beginning of therapeutic work has no words to tell, which slowly turns into a “good new” in which tales and characters come to life meaning an inner world that has remained silent for so long. As an out-of-scene narrator, the protagonist, slowly reveals her belonging, her bond with the roots, where tendencies of tenderness alternate quickly, in a nearly suspended time, in maltreatment scenes.
Transformation creates links and correspondences between what is happening in the protagonist and what is happening in therapy and in the world around it: the change of one needs and determines the change of the other, a melody with more hands than if the deaf is deaf towards the other, they only hear vibrant disagreements.



Note
[*] Dott.ssa Patrizia Costante: psicologa e psicoterapeuta di formazione sistemico- relazionale, allieva didatta dell’Istituto Dedalus.

 

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