di Francesco Colacicco*
Il virus che rende folli è un saggio di Bernard-Henry Lévy. Secondo l’autore, l’epidemia da Covid 19 è una specie di tsunami che ha travolto tutto, trascinando via anche la nostra testa, “portandoci a una specie di follia collettiva in cui si sono perse priorità, chiarezza di sguardo, obiettivi e capacità di giudizio” e che ha coperto tutti gli altri problemi. Come se l’unico problema col quale dobbiamo confrontarci fosse la pandemia, come se non esistesse altro.
Nello scorso numero, uscito in pieno lockdown, scrissi che eravamo invasi da una paura collettiva. “Paura di contrarre il virus, che i nostri cari si infettino, che ci si possa ammalare e perfino morire.
La paura più grande, che ti scopre tremendamente fragile davanti ad un nemico invisibile, terribilmente insidioso e talvolta letale”. Aggiunsi anche che dai miei pazienti ho appreso che paure e desideri stanno insieme e che ci muoviamo nelle cose della nostra vita come un funambolo sulla fune, nella continua ricerca del giusto equilibrio.
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