Aggiornamenti e prospettive dei trattamenti psicosociali e psicoterapeutici nel campo dei consumi di sostanze. Focus sull’approccio sistemico.
La problematica della delega del potere nella relazione terapeutica
Aggiornamenti e prospettive dei trattamenti psicosociali e psicoterapeutici nel campo dei consumi di sostanze. Focus sull’approccio sistemico.
La problematica della delega del potere nella relazione terapeutica
Rivista “La notte stellata” n°1/ 2017
Inserto “La notte stellata, Aprile 2017” – 2+2 NON FA 4 – pag 66-80

Una famiglia con cui correre ad ostacoli

di Eluana Ballarò [*]


Il lavoro che presentiamo fa riferimento ad un caso clinico seguito in Supervisione diretta presso un Servizio di Psicoterapia Familiare di Roma: una famiglia che, di fatto, famiglia non è mai stata, dentro una cornice coatta, quella della prescrizione del Tribunale per i Minorenni. Quando la cornice non è quella della richiesta d’aiuto spontanea il professionista si confronta con un terreno a lui meno conosciuto in cui è fondamentale non negare gli elementi prescrittivi, né pensarli come ostacoli, ma utilizzarli per iniziare il lavoro e far rispettare l’impegno al cambiamento. Lungi dall’essere un percorso in discesa, questo lavoro terapeutico si è svolto tra alti e bassi, con accelerate improvvise e rallentamenti, con lunghe pause di attesa vissute con il fiato ora sospeso, ora corto… altre ancora senza fiato! Così come due moderni atleti impegnati in una corsa ad ostacoli, i due terapeuti si sono visti impegnati a tenere costantemente a mente il ritmo e la tecnica senza mai perdere di vista però la relazione. Il lavoro, che pure si è interrotto bruscamente con la sensazione di trovarsi di fronte ad un fallimento terapeutico, a distanza di tempo ha portato a nuovi percorsi che, a posteriori, hanno lasciato intuire il successo di quella corsa. Una corsa in cui, malgrado gli ostacoli, sistema terapeutico e famiglia hanno raggiunto una collaborazione, forse inconsapevole, che inaspettatamente ha portato a decongestionare la situazione, dando nuovi equilibri e ridistribuendo carichi e responsabilità.

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The work we present refers to a clinical case followed on direct Supervision at a Psychotherapy Family Service in Rome: a case of a family that, as a matter of fact, has never been a family inside a forced frame, the provision of the Juvenile Court. When the framework isn’t the request for spontaneous help the psychotherapist faces a less known territory in which it is essential not to deny the prescriptive elements, or think them as obstacles, but use them to start the work and enforce the commitment to change. Far from being a downhill path, this therapeutic work was carried out through up and downs, with sudden accelerating and slowing down, with long waiting stops sometimes lived with breath suspended, sometimes with short breath… sometimes out of breath! As two modern athletes engaged into an obstacle course, the two therapists kept constantly in mind the rhythm and technique without ever losing the view on the relationship. The work, which also ended abruptly with the feeling of being in front of a therapeutic failure, after time has led to new routes which, in retrospect, have left to guess the success of the race. A race in which, despite the obstacles, therapeutic system and family have reached a cooperation, maybe unconscious, which unexpectedly led to decongest the situation, giving a new balance and redistributing loads and responsibilities.




Note [*] Psicologa e psicoterapeuta, socio Centro Studi di Terapia Familiare e Relazionale. Collabora con l’Associazione “Il mago di Oz – la riabilitazione nell’età evolutiva Onlus”.