di Alessandra Pomilio*
Abstract
Arianna, Emilia, Daniele, Napoleone. Quattro persone apparentemente molto diverse: una poliziotta, una ginnasta olimpionica, un bambino, un life coach. Quattro esseri umani accomunati dallo stesso destino, autodeterminato: il suicidio. E da una comune ‘seconda opportunità’, della durata di una settimana, fornita da un angelo che ha le consolanti fattezze di Tony Servillo. Questa la trama di “Il primo giorno della mia vita”, ultima fatica cinematografica di Genovese. Un film che mostra la mirabile danza tra la vita, la psiche e la morte, densa di riferimenti quasi sfacciati alla psicoterapia.
Abstract
Arianna, Emilia, Daniele, Napoleone. Four apparently very different people: a policewoman, an Olympic gymnast, a child, a life coach. Four human beings united by the same destiny, self-determined: suicide. And from a common ‘second chance’, lasting a week, provided by an angel who has the consoling features of Tony Servillo. This is the plot of “The first day of my life”, Genovese’s latest film effort. A film that shows the wonderful dance between life, psyche and death, full of almost cheeky references to psychotherapy.
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