Recensione mostra “Sinestesie. Natura, storia, arte”

Workshop di Annamaria Sorrentino. “Riattivare l’attaccamento attraverso la terapia familiare”.
Recensione di “L’arcobaleno sul ruscello” di Eugenio Borgna. Tutti i luoghi in cui si nasconde la speranza.
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La notte stellata. Rivista di psicologia e psicoterapia n° 1/2018 – RECENSIONI – pag 137-138 

Recensione mostra “Sinestesie. Natura, storia, arte”

di Francesca Fidanza


Da Ottobre 2017 a Gennaio 2018 si è tenuta a Roma, all’interno del museo della Casina delle Civette a Villa Torlonia, la mostra “Sinestesie. Natura, storia, arte” dell’artista partenopea Annalisa Amedeo.
Le opere, 50 in totale, sono sculture in porcellana, dalle quali si evince l’esperienza e la maestria dell’artista nella lavorazione di questo materiale. La scelta dei colori, l’accostamento di elementi apparentemente lontani, i riferimenti all’arte classica rielaborati in chiave moderna conferiscono alle opere una peculiare solennità.
La natura, la storia e l’arte sono i temi cardine della personale della Amedeo; sono temi intrinsecamente collegati l’un con l’altro, in un gioco di contaminazione e di trasformazione reciproca; ed è proprio questo gioco che cattura l’attenzione dello spettatore, lo coinvolge sia da un punto di vista sensoriale che concettuale.
Le sculture rievocano aspetti della condizione umana: il dualismo tra l’essere e l’apparire, il dolore come momento di cambiamento e di metamorfosi. La natura è testimone attiva di questa evoluzione, è parte integrante del cambiamento ed, al contempo, custode del passato, della storia.
Le sinestesie concettuali, suscitate in me dall’osservazione delle opere dell’Amedeo, mi svelano una natura intesa come contesto, come sistema che preserva la storia di ogni essere, ne custodisce le credenze, i miti, che è essa stessa a tramandare di generazione in generazione. Ci sono poi le vicissitudini della vita che pongono l’individuo di fronte a continui cambiamenti.

 

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