TERAPIA FAMILIARE ULTRAMODERNA. L’INTELLIGENZA TERAPEUTICA
GENERAZIONE HASHTAG. GLI ADOLESCENTI DIS-CONNESSI
TERAPIA FAMILIARE ULTRAMODERNA. L’INTELLIGENZA TERAPEUTICA
GENERAZIONE HASHTAG. GLI ADOLESCENTI DIS-CONNESSI
Rivista “La notte stellata” n°1/ 2017
Inserto “La notte stellata, Aprile 2017” – EDITORIALE– pag II-VII 

La notte stellata

di Francesco Colacicco


Oggi diamo il via ad una nuova avventura.
A 10 anni dal proprio riconoscimento ministeriale il nostro Istituto ha voluto dar vita ad una nuova rivista on line di psicologia e psicoterapia, La notte stellata. Una rivista online che diffonderemo gratuitamente e che dispone di un suo portale, organizzata in rubriche e che contiene articoli scritti e materiale multimediale, video, foto, grafici, tabelle e powerpoint.
E’ una rivista scientifica. Se ne prendono cura il Comitato di Redazione ed il Comitato Scientifico. Il primo si occupa di raccogliere i contributi, selezionarli, verificarne la corrispondenza alle norme editoriali, provvedere alle interviste ed alla pianificazione del numero da pubblicare; il secondo è composto da un gruppo di autorevoli referee che esprimerà di volta in volta il proprio parere sul materiale pervenuto in redazione, dando al lettore le necessarie garanzie sul livello scientifico della rivista.
Ci serviremo di illustri collaboratori. Già in questo numero troverete pubblicate le interviste a Luigi Cancrini e Lorna Smith Benjamin, due contributi straordinari da parte di questi due nostri amati didatti.
E poi il saggio sulle dipendenze di Maurizio Coletti, il sofisticato pezzo di Francesco de Tiberiis e via via tutti gli altri contributi. Un numero molto ricco e che sono certo susciterà l’interesse dei nostri lettori. Al portale si potrà accedere direttamente dal proprio computer, scaricarsi il materiale ed interagire con la Redazione. I lettori potranno scriverci, darci i loro commenti e collaborare inviandoci proposte e materiale.
Nella ricerca del nome da dare alla rivista ci siamo ispirati alla Notte Stellata di van Gogh.
Gran parte degli esperti sostengono che quest’opera sia stata dipinta poco prima dell’alba del 19 giugno 1989, durante il periodo di ricovero nel manicomio di Saint Rémy de Provence. Il dipinto è meno concreto degli altri, perché l’immagine è stata alterata dalla “mente” dell’artista: la scena fu dipinta a memoria e non all’aperto come invece era solito fare. E’ evidente la forte vena malinconica che circonda la tela.
Qualcuno di noi, osservando il quadro al Museum of Modern Art di New York, è rimasto molto colpito dalla battaglia tra la tranquillità statica del piccolo borgo e la forza del cielo in movimento, dalla battaglia tra colori, tra luce e oscurità così ben rappresentate in questo dipinto. Questo contrasto è reso ancor più efficace grazie ai colori utilizzati: “ricchi, duri e violenti, senza sfumature o cambi di tonalità … Le stelle nel cielo dominano staccandosi in modo deciso dal colore del cielo che ricopre gran parte del quadro; ci sono colori chiari che vanno dall’azzurro al violetto passando anche ad un blu molto forte che predomina l’intera composizione” (Stramattei, 2014).

Nella notte stellata van Gogh lascia sullo sfondo l’immagine del suo tranquillo paese natio, con la chiesa a rammentarlo. “Una corrente ascensionale, informe e vigorosa, come una nera fiamma, espressa nel cupo cipresso, lo porta in un vortice di sfere di luce e di fuoco” che ruotano nel cielo. Le sfere luminose sono abbaglianti ed esplosive e come delle girandole impazzite alludono alla sua vita tormentata.
L’intensità dei sentimenti è espressa con passione attraverso “un’esecuzione vigorosa, esaltata, brutale, intensa. Il disegno della Notte stellata è rabbioso, potente, forse un po’ grossolano, ma efficace. Il cielo, le stelle, la luna sono uniti da un movimento ondulatorio che coinvolge lo spettatore in un’osservazione estatica.
Una misteriosa energia sospinge il movimento delle stelle … Il tormento che si sente nella Notte stellata, il fuoco, la luce, sono il riflesso del proprio tormento esistenziale … e si esprimono nei tratti incisivi, forti, quasi violenti della pittura … van Gogh trasforma la natura rendendo la notte stellata una realtà trasfigurata dai propri sentimenti (Tarditi).
Per gli esperti il cipresso rappresenta l’aspirazione alla pace del pittore, i suoi sforzi per raggiungerla, mentre le onde minacciose che raffigurano le colline ed il cielo, attraversato da terribili palle infuocate, rappresentano la sua angoscia, i tormenti e le passioni della sua personalità.
L’associazione è stata immediata.
Ci è sembrata subito una buona immagine per rappresentare il mondo della psiche, la dialettica e spesso la battaglia interiore tra le loro parti che mostrano i nostri pazienti; i sentimenti, gli affetti, i pensieri e i comportamenti che esprimono nelle loro situazioni di vita; la forza delle loro storie personali e familiari e gli incastri relazionali che caratterizzano i loro rapporti; gli stati d’animo che vivono, i loro desideri e le loro paure, le loro gioie e le loro angosce; l’ansia, la depressione, la rabbia ed il panico che li pervade.
Ci è sembrata una buona immagine per rappresentare la ricerca dell’equilibrio tra persistenza e cambiamento. La teoria dei sistemi definisce Omeostasi la tendenza all’adattamento, al ristabilimento di un equilibrio, allo stato stazionario, a ridurre tensioni e Cambiamento la tendenza alla trasformazione, alla differenziazione. Noi terapisti familiari sappiamo bene che tutti i sistemi tendono, economicamente, allo stato stazionario e che i sistemi viventi, in quanto sistemi aperti tra loro interagenti, ricevono sia dall’interno che dall’esterno stimolazioni alla trasformazione. Sappiamo anche che ogni sistema è caratterizzato dalla compresenza di queste due tendenze, ugualmente necessarie alla sopravvivenza e che se all’interno del sistema non si stabilisce un equilibrio funzionale tra la tendenza allo stato stazionario o quella alla trasformazione, il sistema va in crisi e si può arrivare anche alla sua distruzione. E a proposito di cambiamento sappiamo inoltre che, come nei sogni:
– per sfuggire ad un pericolo che si manifesta in un incubo, muoversi all’interno del sogno scappando, urlando, lottando, non pone fine all’incubo;
– l’unica possibilità di cambiamento concreto, che ponga fine all’incubo, consiste nell’uscire dal sogno svegliandosi.
Abbiamo ritenuto perciò che fosse l’immagine adatta a rappresentare tutto questo, compreso il nostro lavoro, i nostri movimenti in stanza di terapia tra vincoli e possibilità, le nostre azioni ed i nostri sentimenti, il transfert ed il controtransfert che caratterizzano una relazione terapeutica.
Un’immagine efficace per raffigurare gli argomenti che la nostra rivista tratterà e soprattutto per dargli un nome.
Non mi resta che augurarvi buona lettura … ma anche buona visione e buon ascolto.

Signore e Signori si va in scena … si alzi il sipario!

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Note

[*] Francesco Colacicco: didatta del Centro Studi di Terapia Familiare e Relazionale, Direttore Istituto Dedalus di Roma, Scuola di specializzazione in psicoterapia sistemico e relazionale, nonché direttore scientifico di questa rivista.

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