La psicoterapia strutturale della famiglia Intervista a Luigi Cancrini.

Dedalus. Come trovare la via di uscita dal labirinto.
Ma chi si occuperà del bimbo nella sua interezza?.
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Ma chi si occuperà del bimbo nella sua interezza?.
La notte stellata. Rivista di psicologia e psicoterapia n° 2/2018 – ARGOMENTI DI PSICOTERAPIA – pag 51-52

La psicoterapia strutturale della famiglia.

Intervista a Luigi Cancrini.

a cura di Igor Siciliano*


Ad un anno dalla scomparsa di Salvador Minuchin abbiamo sentito l’esigenza di chiedere a chi lo ha conosciuto direttamente e con lui ha lavorato, qualche riflessione su questo grande personaggio della psicoterapia familiare.
In questo “dialogo” con il Professor Cancrini si ha la sensazione di fare un bellissimo viaggio nel tempo. Un tempo ricco di grandi personaggi e grandi opere. La prima destinazione sono gli anni ’50, a New York, dove Minuchin appena trentenne lavora in una struttura con giovani devianti e con le famiglie multiproblematiche.
Poi si approda alla Child Guidance Clinic di Filadelfia, dove questo giovane neuropsichiatra infantile e psicoterapeuta si fa strada fino ad arrivare alla guida della clinica grazie al suo modello innovativo di psicoterapia. In queste grandi strutture mediche porta avanti straordinarie ricerche sulle famiglie psicosomatiche, sui bambini diabetici e bambine anoressiche, ricerche che sono ormai un prezioso patrimonio di ogni terapeuta familiare e che lo faranno diventare uno dei pionieri della terapia familiare. In questo viaggio del tempo si incrociano le strade di Minuchin e di quel gruppo di giovani psicoterapeuti che in Italia portavano avanti le idee del modello sistemico relazionale e che fondarono il Centro Studi di Terapia Familiare. Si percepisce da questo racconto il grande fermento culturale e l’entusiasmo che caratterizza quel periodo storico, per certi aspetti rivoluzionario. Si fa riferimento alla legge Basaglia e ai grandi cambiamenti nell’organizzazione dell’intervento con famiglie gravi. In questo “dialogo” non mancano aneddoti personali del professor Cancrini, che in quegli anni insieme alla sua equipe, si avvaleva delle supervisioni esperte di Minuchin.
Il professore ci racconta poi come, in una sorta di passaggio evolutivo, di differenziazione,le strade si sono divise tra l’equipè romana e Minuchin, ma con una cornice di riferimento ormai comune: la terapia strutturale. Resteranno comunque sempre in contatto negli anni, attraverso seminari e workshop.
In questo viaggio nel tempo si approda infine ad una riflessione sul presente e su cosa oggi possa rappresentare il modello strutturale in psicoterapia familiare.
Buona visione.

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One year after the disappearance of Salvador Minuchin we felt the need to ask those who knew him and worked with him directly, some reflections on this great personality of family psychotherapy.
In this “dialogue” with Professor Cancrini you feel like you make a beautiful a journey through time. Time full of great personalities and great works. The first destination are the Fifites, in New York, were a 30 years old Minuchin worked g in a structure with young deviant and multi problems family.
Then we come to the Child Guidance Clinic in Philadelphia, were this young child neuropsychiatrist and psychotherapist makes his way up to the clinic guide thanks to its innovative model of psychotherapy.
In these large medical facilities he carries extraordinary research into psychosomatic families, into diabetic children and anorexic girls, researchs that are now a legacy of every family therapist and that made him became one of the pioneers of family therapy.
In this time travel the streets of Minuchin and of that group of young psychotherapists that in Italy they carried forward the ideas of relational and systemic model who founded the Centro Studi di Terapia Familiare crossed.
One feels from this tale the great cultural ferment and excitement that characterized that period of history, in some ways revolutionary.
We refer to Basaglia law and to the great changes in the organization of intervention with serious families.
In this “dialogue”, there is no lack of personal anecdotes of Professor Cancrini, who in those years together with his team, used the expert supervision of Minuchin.
The professor then tells us how, in a sort of evolutionary transition, of differentiation, the roads were divided between the roman equipe and Minuchin, but with a now common frame of reference: the structural therapy. However, they will always remain in contact over the years, through seminars and workshops.
We finally arrive at a reflection on the present and on what today can represent the structural model in family psychotherapy.
Good vision..



Note

*Dott. Igor Siciliano, Psicologo, Psicoterapeuta, Allievo Didatta Istituto Dedalus

 

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