“L’altra donna” di Cristina Comencini.

Il lato nascosto della luna.
“La clinica e il web. Risorse tecnologiche e comunicazione psicoterapeutica”.
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La notte stellata. Rivista di psicologia e psicoterapia n° 1/2021 – RECENSIONI – pag 130-132

Recensione del libro “L’altra donna”
di Cristina Comencini.

di Cristiana Chirivì


Cristina Comencini, con questo romanzo, edito Einaudi, ci accompagna in un viaggio alla scoperta della complicità e della rivalità femminile. Siamo tutte, come in un’infinita ramificazione, l’altra di qualcuno e questo qualcuno, a sua volta, potrebbe esser stato l’altra di qualcun altro ancora. Ma non è solo questo.
Le parole corrono veloci, uno stile di scrittura, quello della scrittrice, rivolto all’indagine interiore di sé stessi con picchi di profondità psicologica e relazionale.
Perché si, le relazioni c’entrano sempre: sono lo specchio attraverso cui vediamo noi stessi e dove poter scoprire chi siamo tramite quelli degli altri.
È proprio così che evolve il romanzo, in modo semplice, con un intreccio di relazioni, dove l’altra diventa la propria immagine riflessa nello specchio, tanto uguale e tanto diversa allo stesso tempo.
La trama è semplice: l’altra, lui e lei. L’altra è Elena, voce narrante, giovane contabile innamorata del suo ex professore di economia, Pietro, lui, trent’anni più grande, con un matrimonio alle spalle e tre figli ormai adulti. Lei, Maria, è la moglie abbandonata che non accetta la fine del matrimonio e che avvicina Elena con un inganno. Le due donne si raccontano, si confrontano e parlano dello stesso uomo ma Elena non lo sa. E due donne che hanno amato e amano lo stesso uomo, in momenti diversi della sua vita, potrebbero avere tanto da dirsi.
Al lettore si presentano tanti punti interrogativi: si può davvero riuscire a costruire qualcosa, qualsiasi cosa, senza sapere ciò che c’è stato prima? Senza conoscere la verità ed il passato? Si può vivere con l’illusione di poterci salvare da soli? 


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