La giustizia delle Malebolge.

Di cosa parliamo quando parliamo di consenso?

Meccanismi intrapsichici e relazionali.

La notte stellata. Rivista di psicologia e psicoterapia n° 2/2023- ARTE E PSICHE – pag. 103-114

La giustizia delle Malebolge.

Patrizia Costante*

Abstract

Lì dove non arriva la scienza, arriva la letteratura. Dante ci guida nella scoperta dell’uomo e delle sue sofferenze e, come in una “memoria dal sottosuolo”, lascia riaffiorare sentimenti e ricordi sopiti nell’inferno dell’anima.
La terapia con il suo contenitore privilegiato, la stanza (setting), permette di scrivere insieme ai pazienti pagine nuove della loro storia quasi fosse un libro che si può chiudere e riaprire all’occorrenza. I pazienti che ritroviamo in questo breve scritto ci parlano del loro viaggio nella stanza di terapia, in quello spazio sospeso in cui hanno imparato a “mollare” i loro vecchi schemi: hanno lasciato andare la madre, il padre, le loro paure, l’orgoglio, l’ansia che stringe la gola, nell’idea che per ogni tipo di viaggio, è sempre meglio avere un bagaglio leggero.
Dante ci accompagna quasi fosse il nostro Virgilio.

Abstract

Where science fails, literature does. Dante guides us in the discovery of man and his sufferings and, as in a “memory from subsoil”, he lets resurface feelings and memories dormant in the hell of the soul.
Therapy with its privileged container, the room (setting) allows you to write new pages of their history together with patients, almost as if it were a book that can be closed and reopened when necessary. The patients we find in this short text tell us about their journey into the therapy room, into that suspended space where they have learned to “let go” of their old patterns: they let go of their mother, father, their fears, pride, the anxiety that grips the throat, in the idea that for any type of trip, it is always better to have light luggage.
Dante accompanies us as if he were our Virgil.

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